Medicina territoriale: servizi assenti. Chiediamo risposte!

Proprio in un momento in cui la medicina territoriale di qualità deve necessariamente essere potenziata su tutto il territorio regionale, ci troviamo a constatare una regressione nei servizi di assistenza. Accade all’ex poliambulatorio e attuale Casa della Salute di Riccia – ovviamente definibile così solo sulla carta – dove i servizi di medicina specialistica sono praticamente assenti. Da anni, stimolati dagli operatori sanitari locali lasciati soli e dai cittadini dei paesi della zona – un bacino di oltre 25mila persone – denunciavamo l’abbandono. Da tempo il grido di allarme è rimasto inascoltato. Ma ora siamo oltre ogni limite!

Da ben sette mesi è ferma la radiologia, da due manca il cardiologo, mentre è totalmente bloccato lo screening oncologico. Ci dicono che dal primo settembre, forse, ci sarà di nuovo la possibilità di ‘fare i raggi’, ma con liste di attesa spaventose e senza alcuna certezza. Come si può definire servizio?

La colpa non è certo dei medici che qui operano comandati di tanto in tanto, è della totale assenza di programmazione. Di questo di Riccia, come di tanti altri presidi locali lasciati all’abbandono. E su questo chiediamo risposte!Per le poche ore di medicina specialistica, già sottostimate rispetto all’ampiezza del bacino di riferimento, si è innescato un vero e proprio gap nel funzionamento che lascia il territorio privo di servizi specifici e l’Asrem che fa?

Il tutto accade poi in un momento storico in cui la pandemia avrebbe dovuto dare nuovo impulso al potenziamento e al rafforzamento della medicina territoriale e a una sempre maggiore riduzione dell’ospedalizzazione. E su questo la programmazione ordinaria e straordinaria dei Commissari, con il placet di Toma, che prevede?

Proprio ora, ci troviamo a constatare con estrema amarezza una preoccupante depotenziamento della medicina territoriale. A fronte di dichiarazioni di principio roboanti, sui territori si tagliano le specialistiche, il personale e anche i vertici amministrativi non sanno neanche che ‘faccia’ hanno i vecchi poliambulatori.

Urgono risposte precise e puntuali! Ecco perché presenteremo una specifica interrogazione in Consiglio regionale. Sindacati e amministratori si stanno facendo sentire, ma è l’ora di una reazione corale. Per questo porterò il tema in Consiglio regionale.

Non è questo il momento di depotenziare i servizi sul territorio, né di mettere a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini!

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