Col silenzio colpevole di tutto il centrodestra molisano, Toma dà l’ok al Disegno Leghista dell’Autonomia Differenziata. Il Governatore ha tradito la volontà del Consiglio e ha barattato il futuro del Molise per non disturbare ‘Giorgia e Matteo’ nella vana speranza di essere ricandidato. Non glielo permetteremo e ci mobiliteremo per informare tutti i molisani sulle conseguenze del DDL Calderoli

L’ok del Presidente Toma alla Conferenza delle Regioni, che ha approvato lo scellerato disegno leghista di tagliare l’Italia in due, non può e non deve passare sotto silenzio, o peggio ancora con un’alzata di spalle.
Così – e in forma ancor più grave – non può passare sotto silenzio la latitanza dell’intero centrodestra molisano, che di fatto sta avvallando la forma più bruta dell’autonomia differenziata, che avrà conseguenze tremende per i territori del Sud Italia, Molise in primis.


Perché se è vero che siamo la Regione che garantisce ai suoi cittadini meno diritti e servizi, con il DDL leghista – approvato da Toma e avvallato da tutto il centrodestra – la forbice delle disuguaglianze sociali si allargherà ancora di più e a pagare tutte le conseguenze saranno i molisani, non loro.
Lo sa bene Toma, lo sanno bene tutti gli attuali esponenti della peggiore destra al governo della Regione Molise che, forse ancora non del tutto consapevoli, ma non per questo giustificabili, stanno mettendo a rischio l’unità del Paese, la sopravvivenza stessa del Molise.

E giova ricordare a tutti i molisani, che il 19 febbraio 2019, su mia specifica richiesta, tutto il Consiglio Regionale, in seduta monotematica, votò un documento ben preciso e vincolante che impegnava Toma “a rivolgersi al Presidente del Consiglio e al Consiglio dei Ministri ed alla Conferenza delle Regioni per far sì che il Governo porti avanti un accordo tra le regioni in cui vi siano almeno: – la fissazione e la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”.


Ancora, “la previsione che il trasferimento di risorse sulle materie assegnate alle regioni sia ancorato esclusivamente a oggettivi fabbisogni territoriali, escludendo ogni riferimento ad indicatori
di ricchezza”; “a promuovere, presso il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Consiglio dei Ministri e la Conferenza delle Regioni un’adeguata ripresa della legge n. 42/09, ivi inclusa la
definizione dei costi standard, e del principio di cui all’articolo 9, lettera g), comma 3,
secondo cui la ripartizione del fondo perequativo tiene conto, per le regioni con popolazione
al di sotto di una soglia da individuare con i decreti legislativi (…) del fattore della
dimensione demografica in relazione inversa alla dimensione demografica stessa”.

Sempre nel documento, proponemmo invece una ridefinizione concreta degli aspetti più problematici del complessivo sistema di finanza decentrata, che potrebbe assicurare un effettivo rafforzamento dell’autonomia regionale nel rispetto del principio della necessaria correlazione tra funzioni e risorse, promuovendo presso la Conferenza delle Regioni un accordo con il Governo volto a favorire un sistema per la gestione delle forme di autonomia regionale, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e a far sì che il Governo nazionale subordini ogni tipo di intesa che preveda trasferimenti di poteri e risorse ad altre regioni alla preventiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (art.117, lettera m), della Costituzione).

E allora, ci spieghino i consiglieri e tutti gli esponenti di centrodestra come si giustifica il loro silenzio alla notizia che Toma, in perfetta solitudine, ha tradito ancora una volta la volontà del Consiglio, dando l’ok al DDL Calderoli.


Se ne sono infischiati del Consiglio, se ne sono infischiati del confronto con gli enti locali, con il partenariato, con il tessuto produttivo e imprenditoriale. Questa è la triste verità!

Ci spieghino come saranno definiti Livelli essenziali di prestazioni che, senza risorse per essere finanziati, non andranno a colmare nessun ritardo, stracciando di fatto il principio di uguaglianza sancito all’interno della nostra Costituzione?


Dove sono gli 80 miliardi necessari a garantire i Lep per scuola, sanità e trasporti?
E ancora, lo sanno gli esponenti di centrodestra molisani che secondo la bozza del DDL i Lep potranno essere stabiliti con un decreto entro 12 mesi dall’approvazione della Legge, ma se ciò non dovesse accadere l’autonomia differenziata sarà valida per tutte le materie?
Perse le speranze su Toma, che forse fa tristemente l’occhiolino alla Lega attualmente contraria a una sua candidatura bis alla guida della Regione Molise, dove sono i consiglieri di centrodestra? Dov’è la delegazione parlamentare di centrodestra?
Ma davvero pensano che basteranno le chiacchiere di “Giorgia” quando afferma che nessuna regione del Sud sarà lasciata indietro? Ma hanno letto e soprattutto compreso il testo del DDL e i suoi devastanti effetti? E davvero sono disposti a barattare il futuro dei molisani, pur di non dare fastidio al peggiore governo nazionale della storia repubblicana?

Loro, ma non noi.
Perché, per fortuna, c’è ancora qualcuno, in questa dimenticata ma non rassegnata Regione, che ha il coraggio di opporsi al “capo” e di denunciare pubblicamente il più scellerato disegno non solo di Toma – è bene puntualizzarlo ancora una volta – ma di ogni singolo e silente esponente del centrodestra molisano.
Una “chiamata alle armi”, per difendere i diritti di tutti, non solo dei ricchi, del Nord e dei leghisti, che inizierà il prossimo 10 marzo, grazie alla CGIL Molise che ha organizzato quello che con tutta probabilità sarà l’incontro più importante di questa stagione politica.


“No alle disuguaglianze politiche. Focus sull’autonomia differenziata” è il titolo del convegno al quale parteciperanno importanti relatori, quali il professor Gianfranco Viesti, già ospite del Gruppo Consiliare del Partito Democratico, con noi fin dal 2019, quando nel convegno “Regionalismo differenziato. L’Italia una e indivisibile”, denunciammo il disegno secessionista che la Lega stava già costruendo e attuando, sempre con il beneplacito di tutta la classe politica regionale di centrodestra.

Non glielo permetteremo e, insieme alla CGIL, a tanti cittadini e organizzazioni che davvero hanno a cuore l’Italia e il Molise, non solo inizieremo una campagna di informazione puntuale e veritiera sull’autonomia differenziata, ma ci batteremo in ogni dove e con tutte le nostre forze per evitare il colpo di grazia al Meridione e alla nostra Regione.


Ci vediamo il 10 marzo, alle ore 15, nella Sala della Costituzione di Campobasso.
Difendiamo l’Italia, difendiamo il Molise e il nostro futuro!

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