Mosem e il Faraone

DT il Faraone, preso com’è nella sua attività preferita, quella di assessorizzare e disassessorizzare uomini e cavalli, ha bisogno solo di scribi fedeli e trombettieri”.

Un commento simpatico, ma al tempo stesso illuminante, sul pastrocchio combinato con il Mosem, che mi invia un cittadino elettore e che voglio condividere con voi.

Per sorridere e per renderci conto da chi siamo amministrati in Molise.

TOMA FERMATI!

Ieri il presidente DT, in una delle sue quotidiane dissertazioni a favore di telecamere (ormai è noto come l’uomo dal microfono in bocca che continua a tenere celato ai molisani quel talento del suo portavoce per ingaggiare il quale la regione Molise spende la modica cifra mensile di 4.000 euro)  si è librato tra una cattedrale nel deserto di Larino e una torre campanaria a Tappino. Di passata ha parlato anche del bando regionale per dare soldi a fondo perduto agli imprenditori e lavoratori autonomi colpiti dall’emergenza causata dalla pandemia.

Dopo aver ammesso a denti stretti che il MOSEM ha rivelato delle disfunzioni nell’accessibilità, ha ribadito che quello regionale è il migliore dei bandi possibili per erogare con celerità i contributi richiesti e che, mettere delle condizioni avrebbe significato perdere un anno per istruire tutte le domande pervenute.

Per descrivere la lunarità della modulistica del “progetto” da compilare e presentare sul MOSEM  basti un esempio: per indicare il codice ATECO, innocuo numeretto di sei cifre, erano richiesti sei passaggi, con disvelamento di una cifra per ogni passaggio! Vuoi vedere che hanno nominato Bartezzaghi  consulente all’enigmistica?

Ma veniamo alla sostanza, ossia alle modalità alternative per inserire nel bando delle condizioni oggettive, e quindi semplici e di veloce verifica in sede di istruttoria e controllo delle domande, e che nello stesso tempo garantiscono che gli aiuti siano indirizzati verso quelle attività maggiormente colpite e con minori reti di protezione:

escludere dal bando le imprese il cui titolare è già beneficiario di pensione;

escludere dal bando le attività economiche il cui titolare  svolge contemporaneamente attività di lavoro dipendente con contatto a tempo determinato (basti pensare al un medico dipendente di una qualsiasi struttura pubblica o privata, che svolga anche attività libero professionale;  

prevedere assoluta priorità nell’attribuzione dei fondi alle attività sospese, le quali oltre ad avere fatturato zero per quasi tre mesi, sono quelle col futuro più fosco e incerto;

prevedere una quota  dei contributi riservata alle imprese che hanno iniziato l’attività negli ultimi cinque anni, in quanto sono quelle più fragili e che, se anche ben gestite, non hanno avuto la possibilità di accumulare delle riserve.

Ora qualcuno si chiederà: ma DT non ha anche i consiglieri migliori e i migliori serbatoi di idee? Questo no, preso com’è nella sua attività preferita, quella di assessorizzare e disassessorizzare uomini e cavalli, il Faraone ha bisogno solo di scribi fedeli e trombettieri.

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